Incontro Mario Tozzi in un locale in Prati, Roma, aria indaffarata da manager che contrasta con la semplicità e la genuinità del personaggio che si sarebbe rivelato da lì a qualche minuto.
Forse era una maschera per dissimulare una leggera diffidenza nei confronti del sottoscritto, intervistatore del caso che chissà quali domande gli avrebbe posto. In effetti, dopo una prima di ammorbidimento, la chiacchierata è andata su domande anche personali e Mario non si è fatto pregare nel rispondere, né ha usato toni sfumati. Il caso e il meccanicismo: sono le variabili che Tozzi vorrebbe che io scrivessi tra le giustificazioni salienti di una carriera di successo e di una vita intensa. Non cado nel tranello, avendo seguito innumerevoli puntate delle sue trasmissioni televisive e apprezzandone lo spessore culturale, la capacità divulgatrice e la passionalità infusa nelle stesse.
Recensionista di libri scientifici, esordisce nel 1996 a Geo&Geo come commentatore di video geologici. Il volto che ispira fiducia anche alle mamme, la professionalità nella materia e la telegenicità bucano il piccolo schermo;
forse è il caso di aggiungere che buca metaforicamente lo schermo anche la fedele piccozza che agita minacciosamente ad ogni avvisaglia di pericolo, sia esso eruttivo, tellurico, franoso o alluvionale. Devo altresì riconoscere che oggi, in una rara giornata soleggiata di primavera, ha sostituito la piccozza con un sorriso che, avvolgendoti, ti conquista e gli consente di dire qualunque cosa senza suscitare ansie o dubbi.
Il successo è inevitabile e le sue presenze sono distribuite tra diversi programmi scientifici (oltre a Geo&Geo, Gaia, Terzo pianeta, Che bella l’Italia, La gaia scienza, Allarme Italia, Atlantide, Fuori luogo…
fino all’attuale Sapiens – Un solo pianeta), su vari canali televisivi (Rai1, Rai3, La7) e anche su canali Radio (Radio 2 e Radio-Radio), dove risponde come esperto alle telefonate degli spettatori.
La sua grande visibilità, però, non passa inosservata negli ambienti accademici, nei quali viene ritenuto troppo giovane per distribuire a una così vasta platea i frutti della ricerca scientifica italiana (ricordiamo che Tozzi è Primo Ricercatore di Geologia ambientale e geoingegneria del CNR dal 1994 e dal 1996 presenta programmi televisivi). D’altra parte, nel mondo dello spettacolo i colleghi non temono certo che possa presentare il Festival di Sanremo… (a mio parere, non lo esclude per il 2020, Baglioni trema!).
Non di rado i suoi commenti si estendono alla politica, dove riesce a distinguersi spesso per il suo andare contro corrente (a volte riesce a manifestare la sua opposizione all’opposizione miracolosamente evitando il conformismo…).
A proposito di ricerca, Tozzi ci conforta sulla qualità degli studiosi italiani; è invece un po’ meno entusiasta della distribuzione a pioggia dei finanziamenti statali alla ricerca, che non privilegia né la necessità e né il merito, trascurando in particolare proprio gli studi geologici. Inevitabile il paragone con i sismologi giapponesi, spesso evocati dopo i disastrosi terremoti che colpiscono la nostra Italia: al confronto, dice Tozzi, hanno molti più mezzi di noi e anche, purtroppo, maggiore autorevolezza e considerazione presso l’opinione governativa e pubblica.
Chi ha creato il mondo? Questo dubbio che mi assilla dalla nascita viene risolto con una risposta spiazzante, meccanicistica e lontana da qualunque velleità metafisica: “Il mondo ha fatto tutto da solo, senza aiuti!”.
Palazzi, strade, infrastrutture inutili rosicchiano geovita importante per il futuro della nostra nazione e del pianeta Terra in generale, privando i nostri nipoti di risorse fondamentali. L’edificazione deve essere sostituita dalla ristrutturazione, riassumendo con uno slogan biocompatibile…
Sentitomi rassicurato metafisicamente sull’autoparto del mondo…mi chiedo, e gli chiedo, se anche la manutenzione dello stesso sia in autogestione o se il governo attuale stia fattivamente partecipando. Il problema, confida, non è tanto del governo centrale che sta destinando parecchi fondi alla risoluzione dei problemi geologici italiani, quanto delle amministrazioni locali che permettono ancora scempi del terreno.
Tozzi coglie l’occasione per riprendere la piccozza e mi arriva “tra capo e collo” la minaccia incombente sulla nostra povera Italia: il consumo eccessivo di suolo. Due metri quadrati al secondo, per la precisione, la più alta percentuale in Europa.
I have a dream: quale è il sogno di Mario Tozzi da realizzare? Far capire a tutti che il nostro pianeta non è infinito e che abbiamo degli obblighi di attenzione per conservare quanto di buono è rimasto…
di Roberto CASTELLUCCI
Vice Direttore di inArt-e
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