Valentina Roma. Enciclopedia dell’arte contemporanea italiana. Tomo 5

TITOLO OPERA ”LOVE EYES”

Acrilici su tela – 100 x 100 cm.

Due soggetti psichici femminili sono dipinti con i colori acrilici dalla pittrice nonche’ fotomodella Valentina Roma, su una superficie di una tela in lino, quadrangolare, di chiara matrice geometrica e euclidea onde verificare su di essa l’ ontosignicazione pittorica di una scena di vita umana, dove i colori vivaci e i personaggi raffigurati suggellano con i loro atteggiamenti la verve e la meraviglia dell’amore, che si ontoconcretizza ovunque dove lo stesso si palesa in dante quanto atto immanente nella realta’ fenomenica.

La bella donna dipinta sulla sinistra del quadro e’ intenta a osservare l’osservatore del quadro, dacche’ ella con la sua mano destra cinge in essa un bel bicchiere con dentro un buon aperitivo, atto a deliziare i palati piu’ reconditi e risoluti, dove la possanza dei suoi due grandi seni riescono oltrettutto ad amplificare la felicita’ dei lunghi pomeriggi estivi, contraddistinti dal calore sprigionato dai raggi del sole, nonche’ un’ altra testa femmininile e’ dipinta sulla destra del quadro in maniera stilizzata, dove i suoi grandi occhiali di colore blu possono suggerire nelle menti contemplanti di chi la osserva delle idee, collegate con dei concetti teoretici palesanti la cultura e l’ erudizione di tal donna ivi raffigurata stilisticamente nel quadro in menzione. Una mano di colore nero, si erge titanicamente, dove il colore rosa delle sue unghie possono accellerare ancor piu’ la somma eccitazione di chiunque, nel momento in cui una festa di qualsiasi genere possa favorire in tutto lo stato di grazia e di accuratezza di una bella mano femminile, pronta a deliziare con il suo tatto i suoi corteggiatori durante qualsiasi tipo di convivio all’ aria aperta.

Per Charles Baudelaire l’amore è come una rosa. Un fiore, qualcosa di tangibile, qualcosa di profumato e di potenzialmente colorato. L’amore è qualcosa che presenta mille sfaccettature. Brevemente, in maniera precisa, riesce a darci un’immagine da focalizzare. Ambivalente. L’amore è magia, illusione, dolcezza, carezza come ogni petalo di quella rosa. Sa essere la parte armoniosa ma poi, realisticamente parlando, sa essere anche la parte cattiva. Quella che punge, che fa sanguinare, che fa provare dolore. Le spine della rosa rappresentano proprio questo, quella parte di amore più crudele. Ci sono sempre entrambe le cose, come nelle rose. E per avere tanta armonia, spesso, bisogna accettare anche tanti tagli. Questi tagli in effetti sono rappresentati pittoricamente da Valentina Roma con le tante porzioni monocromatiche geometrimatematecizzate, palesamente osservabili a primo acchito su tutta la superficie della tela, dacche’ ogni porzione monocromatica favorisce per l’opera medesima l’ontosignificazione della ritmocromoformalizzazione pittorica per l’intero quadro manifesto. Più si ama, più il sentimento si annida nel profondo, in luoghi che nemmeno noi conosciamo, però sappiamo che è lì e che “brucia” di vita e di passione.

Quando incontriamo la persona oggetto del nostro amore, ci sembra di ardere dentro, ma ci sentiamo immensamente bene: potremmo scalare una montagna o attraversare il Canale della Manica a nuoto e non sentire nemmeno la fatica, perché l’amore è il “carburante” della nostra vita.

L’etimologia della parola amore risale al sanscrito kama = desiderio, passione, attrazione (vedi kama-sutra, cioè aforismi, brevi discorsi sul desiderio, sulla passione fisica). Anche il verbo amare risale alla radice indoeuropea ka da cui (c)amare cioè desiderare in maniera viscerale, in modo integrale, totale. Un’altra interpretazione etimologica della parola amore, fa risalire il termine al verbo greco mao = desidero, da cui il latino amor da amare che indica un’attrazione esteriore, viscerale, quasi animalesca da distinguere da un’attrazione mentale, razionale, spirituale per esprimere la quale era usato il verbo diligere, cioè scegliere, desiderare come risultato di una riflessione.

Un’ulteriore e meno probabile ma curiosa ed interessante interpretazione etimologica della parola amore individua nel latino a-mors = senza morte l’origine del termine, quasi a sottolineare l’intensità senza fine di questo potentissimo sentimento. Il concetto di amore dunque implica una varietà di sentimenti che vanno dalla semplice affezione al desiderio di possesso, dall’amore verso enti (od oggetti) ideali a quello considerato come principio cosmico. E’ in quest’ultima accezione che il concetto compare per la prima volta in filosofia, con Empedocle che associa l’Amore ad una forza che agisce nell’universo in contrapposizione all’Odio. Dalla combinazione dialettica di questi due fattori (amore/odio) si determina il ‘divenire’ dell’Essere.

Per la maggior parte dei filosofi, tuttavia, l’amore è essenzialmente passione, istinto, desiderio fisico; molti pensatori antichi, invece, in primis Platone, Aristotele e Socrate, consideravano l’amore come un sentimento più ampio e, se vogliamo, molto più elevato. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico d’arte. Copyright 2022. Tutti i Diritti Riservati.

Pugliesejeanfrancois10 marzo 2022