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”RiArtEco” al Macro Asilo


Il Movimento Artistico ” RiArtEco”

AL ”MACRO ASILO” DI ROMA

Nei giorni 5 e 6 marzo la Sala Auditorium del MACRO ASILO (Museo di Arte Contemporanea di Roma) ha ospitato due giorni di convegni e dibattiti sul tema dei cambiamenti climatici, sotto l’organizzazione del Movimento Artistico RiArtEco che propone un nuovo concetto di arte sociale dal recupero dei materiali, i cosiddetti “scarti”.

La filosofia del Movimento s’innesta nel sentiero della ormai improrogabile conversione ecologica delle nostre abitudini quotidiane come dei processi produttivi, allo scopo di garantire sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Per diventare reale questo cambiamento presuppone obbligatoriamente, come sancito dalla Convenzione di Aarhus, il coinvolgimento attivo del cittadino nel processo decisionale sulle scelte da programmare per il futuro, mediante una corretta informazione e formazione con l’artista investito di una nuova responsabilità morale per la sua facoltà di creare “spazi” di elaborazione concettuale all’interno dei quali “produrre conoscenza” affinché, nell’immediatezza del linguaggio creativo proprio ed universale, possano ridursi le distanze tra le parti in causa (mondo dell’industria, imprese, amministratori, ricerca scientifica e società civile) e convogliare alla riflessione/azione sugli impatti dannosi per la Madre Terra provocati dalle attività antropiche.

Quello proposto da RiArtEco è un approccio, si potrebbe dire, “olistico” ai climate change, indagati da diverse angolazioni con approfondimenti sull’analisi delle risorse naturali, sulle problematiche di gestione degli habitat rispetto ai meccanismi di mercato legati alla produzione di beni ed oggetti di consumo sino all’accelerazione delle cause dell’effetto serra, del surriscaldamento globale o dell’estensione delle zone di deserto, ad opera delle cosiddette sostanze climoalteranti. L’iniziativa è stata premiata da una buona affluenza di pubblico ad animare gli interventi, nonostante il tenore degli argomenti discussi con un vocabolario talvolta specifico, a conferma della maturità degli uditori che hanno interagito con domande di carattere tecnico, e pratico, facendo proposte concrete da rivolgere ai decisori politici. Uno scambio sinergico e proficuo tra platea e conferenzieri coronato nella sintesi coagulante, ed espressiva, delle dichiarazioni pittoriche di Andrea Puca ed Aldo Celle, nei vegetali urbani di Benedetta Iandolo e nell’installazione delle artiste Sonia Vecchio (So.Ve) e Sara Contardi (SC-art). Andrea Puca ci ha immerso nella bellezza dei coralli e delle forme di vita che abitano negli straordinari  ambienti marini, minacciati dall’inquinamento e  dalla pesca fuori controllo. E poi in superficie con un’opera dedicata ai tanti migranti ambientali vittime della degradazione dei luoghi nativi, a causa dell ‘uso di sostanze alteranti per il clima.

Il polivisuale di Aldo Celle, che in questo caso offre una dualità di visione, è dedicato alla Tartaruga Caretta Caretta in due situazioni; la prima, impigliata in una piccola rete di plastica in fondo al mare e, la seconda, finalmente libera di librarsi nell’acqua. La testimonianza artistica di Benedetta Iandolo è un inno alla natura e alla vita che rinasce sempre, anche nei luoghi più degradati ed abbandonati. L’arte polimaterica di Sonia Vecchio, con la sua rappresentazione della Terra Madre che senza la tutela della risorse ambientali si sgretola e degrada, s’inserisce nell’ambiente di Posidonia ricomposto con materiale di recupero, come le altre opere, dall’artista SC-art. Una catena gira intorno al globo ormai morente tirando un’ancora che strappa la preziosa pianta e risorsa protetta, metafora delle nostra operosità e denuncia dell’attuale uso irresponsabile della dote del Pianeta.

Hanno partecipato i coordinatori nazionali di RiArtEco Silvia Filippi ed Aldo Celle. Per i contributi scientifici si ringrazia Marco Pisapia (ISPRA), Michela Angiolillo (ISPRA), Marco Matiddi (ISPRA) Cecilia Silvestri (ISPRA), Barbara Laporta (ISPRA), Tiziano Bacci (ISPRA), Federica Moricci (ISPRA), Elena Maria Gubetti (Assessore all’Ambiente del Comune di Cerveteri), Federica Battafarano (Assessore alla Cultura del Comune di Cerveteri e avvocato in diritto dell’immigrazione), Corrado Battisti (Referente MN “Palude di Torre Flavia” della Città Metropolitana di Roma Capitale e docente in Gestione degli Ecosistemi Università Roma Tre di Roma), Anna Vincenzoni (Assessore all’Ambiente Municipio I Roma Centro) e Osservatorio “Verso Rifiuti Zero” Municipio I Roma Centro.

Testo di Silvia Filippi

“Planet life”

L’installazione “Planet life” realizzata da SC-art (Sara Contardi) e So.Ve (Sonia Vecchio) illustra la conferenza “Analisi delle relazioni tra i processi antropici e la società dei consumi”, dedicata al progetto LIFE SE.POSSO dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla posidonia oceanica.  La tutela di questa preziosa pianta, da proteggere dai danni causati da opere e infrastrutture costiere, conservazione e gestione della naturalità negli ecosistemi marino-costieri, anche grazie a sperimentazioni sulla pianificazione e il controllo delle attività di trapianto delle praterie oceaniche. Trapianto non da intendere come soluzione ma come estremo rimedio. L’opera non affronta solo il tema specifico ma compone uno scenario più ampio sul macro messaggio di una gestione responsabile e consapevole delle risorse naturali.


L’installazione è realizzata, in linea con le intenzioni di RiArtEco, con materiali di scarto e di recupero che si trasformano in arte per portare i messaggi di tutela dell’ambiente.
L’arte polimaterica dell’artista So.Ve rappresenta una “Terra”, un globo terrestre che senza la tutela delle risorse ambientali rischia di decadere, ingrigirsi, sgretolarsi, deprimersi nello spirito e nei colori fino a morirne. Un monito per tutti noi. L’interattività sarà la caratteristica di questa, come di tutte le sue opere (Progetto “Touch!”). Chi osserva, infatti, potrà toccare e far girare la sfera, così da avvicinarsi oltre alla materialità in un’esperienza tattile, visiva e cinetica, al contatto ideale e diretto con il messaggio artistico, lasciandosi coinvolgere in una riflessione sostanziale dove ognuno di noi può ed è chiamato a fare qualcosa per la tutela dell’ambiente.
L’opera è inserita in un ambiente di posidonia realizzata in astratto con materiali di riciclo dall’artista SC-art che andrà a rappresentare la preziosa risorsa di questa pianta di mare con la sua capacità di accogliere la vita, creando una piccola raffigurazione delle praterie di posidonia.


Una catena gira attorno al mondo morente tirando su un’ancora che strappa e distrugge la posidonia, come denuncia dell’attuale uso irresponsabile delle preziose risorse naturali del nostro pianeta che sta consumando e distruggendo la vita del pianeta stesso.
L’artista come caratteristica di molte sue opere, ha inserito messaggi scritti nell’installazione, perché l’arte è fatta di immagini e parole poetiche che si accompagnano a vicenda e vanno a fondersi per trasmettere un messaggio.

È VITA..
TOCCARE MA NON STRAPPARE..
È RICCHEZZA, È RISORSA..
È VITA.

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Riccardo Giorgi Art director del magazine

 


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